lunedì 18 maggio 2009

L'avvento del Grande Mazinga



Sponsor


Forza, ragazzi, Ovolmaltina.
Sono le tre parole che nel salotto di casa adibito a tempio televisivo introducevano il rito della visione del Grande Mazinga. Era la pubblicità abbinata, anzi - sul modello collaudato americano - era lo sponsor del programma. Ricordo vagamente un ragazzotto riccio, forse rosso di capelli, che decantava le potenzialità energetiche della polvere solubile che si proponeva come alternativa alla predominanza del Nesquik e dei suoi cloni al sapor di cioccolato. Per dirla tutta la lotta era impari: l’Ovomaltina aveva un gusto poco indulgente per i nostri giovani palati. I granelli minerali lasciavano un retrogusto che “corrompeva” la pienezza della componente dolce. Senza contare che la granella non era così innocua e alcuni sensibili gargarozzi non riuscivano a trangugiare la superba pozione.
Io stesso non ero un fan dei beveroni cioccolatosi, li ritenevo un lusso sproporzionato per il mattutino cerimoniale della colazione. Anche se l’Ovomaltiva aveva già un’aura di superiorità nei confronti delle altre solubili tentazioni dolciarie: era il risultato di un abbinamento studiato al massimo apporto energetico, un cibo dalle proprietà elaborate a tavolino che evocava le imprese dei conquistatori delle vette del mondo e dei cosmonauti. Il tutto prima che ci sfiorassero i timori degli ogm e delle cibarie adulterate. La tempesta più forte nel settore alimentare fu quella delle sofisticazioni cancerogene.
Chi non rammenta la campagna anti coloranti scoppiata nella seconda metà degli anni ‘70? Ho il nitido ricordo di un solerte compagno di classe che recitava a beneficio della maestra la lista dei “cattivi”: E123, E110, E103 e via dicendo. Era come una poesia futurista, un “Primo maggio” in codice chimico. E ovviamente, posseduti dal fermento investigativo, noi piccoli scattavamo a caccia delle etichette di cibarie che incautamente indicavano le temibili numerazioni esultando quando compariva qualche nuova sigla oppure interrogandoci di fronte alle criptiche diciture: emulsionanti, agar agar ecc. Se abbiamo passato indenni la nube avvelenata di Seveso e quella radiottiva di Chernobyl forse lo dobbiamo ai nostri anticorpi mutati e irrobustiti dalle tenzoni con i più subdoli edolcoranti agenti chimici. Del resto, non è così che gli antichi si premuravano dalla minaccia degli avvelenatori, assumendo un poco di veleno al giorno per assuefare l’organismo e sviarne l’esito mortale.
Ovomaltina no, non colorava la sua materia, anzi la presentava in polpa grezza, come un preparato degno del dottor Jeckill, capace di pomparti forza nei muscoli alla stregua degli spinaci in lattina del bitorzoluto Popeye. Aveva un che di farmaceutico, serrato da una pellicola d’alluminio nel suo barattolo cilindrico pennellato di un arancio tibetano fasciato di bianco e con la scritta che - non so perché - ma mi dava l’impressione d’essere stata battuta a macchina e corretta a mano. Mani artigiane, mani di tecnici di laboratorio come quelli che in camice bianco prestavano servizio nella Fortezza delle Scienze.
Che ci fosse un non dichiarato collegamento? Chi poteva dirlo? Così ogni volta che mi sedevo davanti alla televisione per assistere alle gesta del Grande Mazinga non potevo seppellire del tutto un fievole senso di colpa per non aver adempiuto al mio dovere di consumatore scansando l’“offertorio” promozionale. Non me la sentivo di consigliare mia madre all’acquisto di qualcosa che sarebbe rimasto in dispensa, nella migliore delle ipotesi, vuoto a metà a prendere polvere. Mi sentivo un po’ abusivo, ma questo non faceva che aggiungere del brivido proibito alla visione delle avventure di Tetsuya contro il Regno delle tenebre.

foto Wander da www.swissinfo.ch

martedì 5 maggio 2009

Saluti dalla Fortezza delle scienze



Più tosto di Superman
Più cattivo di Goldrake
Più tenace di Zanna bianca

Il Grande Mazinga, un mito della generazione fantasma.

lunedì 4 maggio 2009

Anniversario e fulmini del cielo

Era il 1979 e l’intrattenimento televisivo della pausa pranzo post scolastica si arricchiva di un nuovo paladino dell’umanità:

IL GRANDE MAZINGA

Per dettagli e aneddoti, un po’ di pazienza.