domenica 2 marzo 2014

Quattro quadri e una sola cornice



Il negozio
In strada un espositore girevole con modellini in scatole di cartone di colore grigio, macchinine schuco, soldatini sfusi. Entro in negozio dentro una vetrinetta ci sono carri armati e blindati in resina e metallo. Vorrei vederli meglio, i proprietari mi fanno fare un giro e il negozio diventa un mini market con tanto di clienti che fanno spesa e si incodano alla cassa. Non riesco a comprare nulla anche se metto le mani su tre scatole di cartone muffo dedicate alla guerra di secessione americana. Dentro soldatini di carta e un misto di plastiche e scale diverse.

Il viaggio
Siamo in tre, con mio padre e mio fratello. Una visita in una città della east coast (Boston?). Appena fuori dalla stazione o da hotel ci dirigiamo in un parco e qui mi distanzio dagli altri. Incontro un personaggio in trench e feltro, un volto noto da avanspettacolo. Passo diverso tempo dentro una grande struttura dalle rifiniture in legno, forse un edificio ecologico. Qui recupero una scatola piena di schedine di gruppi musicali, una sorta di schedario radiofonico finemente decorato dal titolo Punk & Progressive.

Il telefilm
Una puntata di Wonder Woman o una sua parodia ambientata nel parco, proprio sotto i miei occhi. Gang femminili e teppisti da video di Michael Jackson. Lei si presenta con un giubbino di vernice rossa e il classico completo. Poi arrivano i cattivi e sembra un musical stile grease ma senza musica. Il capobanda ha fatto sparire due bambini, se li tiene in pancia proprio come il lupo cattivo. Soffre perché ci metterà giorni a digerirli e poi ogni tanto li mostra con orgoglio come per certificare il grado di mostruosità di cui è capace.

La partenza
Decido che ne ho abbastanza e vorrei allontanarmi ma nel parapiglia ho perso la mia tshirt e allora giro per il parco con mio fratello finché ci imbattiamo in mio padre che mi consegna una maglietta bruna very chic. Quando la indosso mi accorgo che ne avevo già una sotto. Prima di andare all'uscita recupero il contenitore musicale e incrocio di nuovo il tipo con l'impermeabile che mi saluta. Quando mi da la mano vedo che è storpio, mi porte un rostro scuro e rattrappito. Ci salutiamo da vecchi amici. Mentre mi avvio all'uscita incappo in un'area giochi. I bambini fanno acrobazie tra tubolari di ferro sotto gli occhi dei genitori, parte una base e i piccoli improvvisano una jam elettronica. Mamme e papà discutono del rock di MInneapolis.