sabato 19 dicembre 2015

Risvegliatemi quando mi tornerà la Forza



Ci pensato un poco e poi ho scelto. Dove e come guardare il nuovo film di Guerre stellari? In una multisala, stile catena di montaggio? In un cinema d'essai tentato dall'incasso pieno? In versione 3D? Con amici cinefili?

Ho scelto la visione solitaria e in una sala parrocchiale, proprio come accadde nel 1978, quando vidi episodio IV (il primo della saga). Quindi proprio solo non ero, ma circondato da famiglie e soprattutto tanti giovanissimi spettatori che forse per la prima volta vedevano Guerre Stellari al cinema.
Previdente sono arrivato con mezz'ora di anticipo e infatti c'è già fila. Ma non per i biglietti, quella scorre veloce, l'intoppo e' il bar, assediato da piccoli questuanti di patatine, cioccolata e dolciumi a pasta molle, la manna dei dentisti. Per la sopravvivenza del cinema ormai anche questo è parte del core business.

Trovo un buon posto in posizione centrale. Non ci sono sedili numerati e si fa tutto con tattica e cortesia. Noto che le stesse accortezze le hanno altri vegliardi del mio stampo. Tutti in formazione serrata sull'asse centrale, mentre i piccini stavano davanti e i teenagers riottosi distribuiti sulle ali. 

Poche chiacchiere su quel che si vedrà, senza i drammi degli spoiler. Soltanto qualche ripassino tra amici, specie le mogli che confondono l'episodio uno con il quarto, oppure chi ancora non ha digerito la guerra dei cloni. I bimbi davanti sono quieti, ruminano le loro patatine felici della libera uscita. Tra scuola, corsi e sport immagino che abbiano già imparato la dura legge del tempo contingentato. Hanno scelto di stare davanti, avanguardia dello spettatore che si immerge nella visione: lo schermo che li ha accompagnati nei loro primi passi li abbraccia come un grande padre.

I teenagers di cui sopra sono quelli della fascia bassa, sotto i 14, gli altri over sono già raminghi serali in branchi. Il sabato sera non è fatto per seppellirsi al cine, ci sono già piccole avventure da vivere. Nel secolo scorso si lottava per un cinema nelle poltrone di fondo, la zona franca, oggi i giovinetti imberbi son pronti per i disco pub e gli strusci cittadini.

C'è qualche eccezione: coppiette di giovani nerd che certificano il successo di Big bang theory. Nell'aria aleggiano schegge olfattive di Axe, vapori d'acque di gio ed effluvi di minestre e tranci di pizza mal deglutiti per giungere in tempo alla proiezione. Che parte puntuale e senza le incombenze pubblicitarie e le anticipazioni dei prossimamente. Quando i caratteri gialli sul fondo stellato fanno capolino...un tuffo a cuore, lieve lieve. Gli ultimi schiamazzi degli inquieti vengono presto inghiottiti nella visione di una storia fuori dal mondo.

Ed è questo il vero successo del Risveglio della forza. Film che io, con quaranta e passa anni di racconti per immagini alle spalle, posso liquidare come una riuscita frittura mista - in olio per altro ampiamente usato - ma per loro, per i giovani che nelle scene clou hanno incitato gli eroi e hanno applaudito, questa è una pietra miliare: finalmente hanno il loro Star Wars. Anche loro potranno dire, io c'ero. Il passaggio di testimone non sta più nella solita spada laser (che diamine di garanzia aveva...) che vediamo consegnata sul grande schermo, ma nella stretta di una passione che si tramanda dai padri (madri incluse eh) ai figli. 

Il grande spettacolo di Guerre Stellari si è rimesso in movimento, ma da spettatore scafato confesso che ai miei occhi non è più tutta questa "forza". Mi è parso un buon pilot per un robusto serial, con tanti dejavu e pochi stimoli ad una autentica curiosità. La meraviglia, la vera moneta d'oro, non sta in questa galassia lontana, ormai preda di intrighi, cattiverie, ravvedimenti e rivolgimenti come in un qualsiasi paese del nostro pianetucolo.

Buon viaggio Star Wars, e' stato bello sognare insieme, adesso ti lascio ai desideri di chi ha più tempo per perdersi nei meandri del tuo fantasioso mondo, un posto lontano che ricorderò sempre con l'affetto di una vecchia casa dove ho vissuto.