Anno 1928
Ettore Petrolini con barzellette, colmi e canzonette ai salamini irrompe nella scena del cabaret o meglio della nostrana rivista. Lazzi e sberleffi in sinuose nonsense, quasi a sfidare il decisionismo in bianco e nero che sembra permeare la dittatura fascista. Il seme è gettato ma i tempi non sono ancora maturi, la guerra mondiale spazza via ogni timido sorriso.
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