mercoledì 3 febbraio 2010

War & terror


LOST

Non sappiamo dove siamo, non possiamo fidarci di nessuno, l’unico obiettivo è la sopravvivenza. Non è l’isola dei famosi, ma sono le coordinate narrative di Lost, altra serie di successo planetario che appartiene al filone del fantastico-catastrofico fiorito dopo la seconda guerra del Golfo.
L’incipit trama pare uscito dalla penna di Jules Verne: un aereo fuori rotta precipita nel Pacifico, i superstiti arrivano su un’isola che dire misteriosa sarebbe un eufemismo. Si susseguono apparizioni incomprensibili, scoperte sconcertanti e sparizioni metodiche che mettono a dura prova gli scampati al disastro. Vari flashback ci mostrano le singolari vicende che hanno segnato le esistenze dei passeggeri del volo 815: un medico sfiduciato, un paraplegico miracolato, un milionario obeso, una rockstar drogata, una parricida allucinata e chi più ne ha ne metta. Ogni personaggio è un "wafer" di ipocrisie, complessi, segreti e rimozioni più o meno volute. Tanto da cominciare a nutrire seri dubbi sulla casualità dell’assortimento dei passeggeri dello sfortunato volo: sono forse stati prescelti? O rappresentano un campionario delle nevrosi della nostra società?
Dopotutto quale è il "brodo di coltura" di questo avvio del terzo millennio: è stata proprio la mano di Bin Laden ad abbattersi sulle torri gemelle? Le armi di distruzione di massa erano davvero nelle mani di Saddam? Quesiti da consegnare alla storia, domande che svelano la logica di una guerra avviata per scampare allo spettro di una recessione economica.
Lost significa perduto, ma la traduzione letterale è riduttiva. Nella serie in questione il termine Lost è uno smarrimento non soltanto fisico, ma spirituale. È il marchio di una generazione che ha perso i propri riferimenti. L’oceano stesso che separa i sopravvissuti dal resto del mondo, in realtà è un grembo liquido che accoglie gli smarriti affinché possano superare i fossati delle diffidenze e dei pregiudizi, andare oltre le verità non dette e quelle proclamate. Non tutti sono destinati a tornare dal rischioso trekking nel lato oscuro della vita, ma è un percorso necessario se non vogliamo essere perduti per sempre.

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