sabato 28 novembre 2015

Il Risveglione della forza

Episodio sette: il risveglione della forza


Tutto comincia sul pianeta Panerai dove ogni cosa gira puntuale per il verso giusto: la gente è pacifica e quieta, le guerre con l'impero sono un lontano ricordo, si vive di pastorizia, tangenti, logaritmi e sabato si canta insieme in armonia, con gli abeti inghirlandati. Facciamo in tempo a intuire che dietro ai sorrisi smaltati si celano valanghe di noia e segreti morbosi peggio degli incubi di Laura Palmer,  quando irrompe un commando di quattro sith, che somiglia tanto agli One Direction to hell, e mette un anonimo villaggio di produttori di olio di gomito dop a ferro e... laser. "Dove sta?" interrogano il solito vecchio caprone in accappatoio di tela grezza Yves St Laurent. Questo smorfia: non ve lo....e zacchetè via la testa. Justin Sith si arrabbia. Il decapitatore, Jody Sith, si giustifica: tanto non parlava. E Justin gli tronca una delle otto mani con lo spadone crociato: Pirla! Ma stava per pensarlo!

Mica male come inizio. Poi la scena si sposta a Brugolandia, centro galattico per la compilazione dell'Isee e lo spaccio di chipsters ai 3 formaggi. Qui due droidi protocollari stravecchi ma stranoti stanno per essere avviati al centro riciclaggio molecolare. Attendono tristemente sulla piazzola ecologica con sguardi di lamiera arrugginita. Poi arriva uno sprinter e una misteriosa mano pelosa li raccoglie usando un calamitone e filano via sotto i sei occhi di un vigile con la testa di mucca e i piedi di balsa.
Altro cambio di scena - troppo frenetico? Siamo in un film di J.J. Abrams alla fine faticherete a ricordare la vostra password di Facebook - ancora su Brugolandia nell'ufficio della sovrintendenza alle arti varie. Al centro c'è lei: la dottoressa Darla Tomorrow, una ricercatrice impegnata nella ricostruzione storica delle vicende che hanno portato alla sconfitta dell'impero, che strepita contro un archivista Pandistelle perché le nega importanti informazioni su Anakin Skywalker (alias Darth Wader, per i più distratti) e i midchlorians (era il suo periodo electro flower power). Darla non si capacita di tanta ottusità e il suo capo, il dottor Frank Stoned, allibisce insieme a lei. Dopo aver allibito, doccia veloce e via su Tattoine per un'indagine sul campo. Qui fanno domande in giro, ma la gente non sa molto e preferisce i cruciverba a schema libero. E' come se sulla storia degli Skywalker avessero una specie di blocco mentale. Come quando ti capita di incrociare le gambe di Belen in televisione. Così vanno al bar, già, il solito bar con le facce da rettili teppisti, scafisti libici e i contrabbandieri di forfora. Frank però sbaglia a ordinare le pappardelle al sugo di lepre davanti ad un Bianconiglio di Barenboin e scoppia la rissa. Ma ecco che una mano pelosa estrae uno storditore modello archibugio e raglia forte: è Chewbecca insieme a un vecchio. Boato in sala! Prime voci di bimbi: Papi, chi è quel vecchietto? Han solo, come per rispondere al quesito, spara in faccia al barista: Questo è per le olive ascolane. Tripudio in sala!  

Segue uno spiegone con inseguimento incorporato e demolizione delle infrastrutture del pianeta sopra i due piani. Han e Leia hanno divorziato da una vita, lui è tornato a fare il camionista ai margini della galassia, ma qualcosa lo ha portato di nuovo in città: i Sith non si sono estinti, sono tornati e stanno facendo sfracelli per trovare qualcosa. Cosa non si sa, perché non lasciano testimoni. Frank e Darla sono allibiti ma con Chewbecca in mezzo si sentono a disagio e allora decidono di rompere le scatole a Leia che in zona ha aperto una scuola di burlesque e sta con un ragazzetto nero, tale Lindo Carlissian (molto apprezzato dalle signore perché sa concentrare la forza su unico organo: indovinate quale?). In prima battuta non è contenta di vedere il suo ex, ma cosa volete, un giro sul Millennium Falcon non si rifiuta mai. Così pianta di punto in bianco un promettente stage di lap dance e si butta insieme a Lindo nella nuova avventura. 

La minaccia sith richiede misure estreme e nessuna pietà (già sentita anche questa no?) e occorre avvisare del pericolo il maestro jedi più potente in carica: il buon Luke. Che, appunto per tenersi "in carica", se ne sta bello fresco in un saggio romitaggio sul pianeta Hoth. Tra l'altro condivide una caverna con uno yeti cornuto e monco che gli fa da maggiordomo, ma è una vecchia storia. Sulle prime Luke è un po' freddino (-30° in superficie) non crede a nulla del complotto e non vuole rinunciare alla sua dieta di ghiaccioli e granatine senza olio di palma per rituffarsi nelle terrene vicende. Luke sostiene che la sua assenza dalle cose del mondo assicura la stabilità della forza, che i cavalieri jedi non devono più interferire negli equilibri cosmici e che il frappé con latte di yak è il migliore in assoluto. 
Intanto Chewbecca sta riparando con Lindo i due vecchi droidi e quando li rimette in funzione Luke riconosce gli amici C3pio e R2d2. Siparietto nostalgico e malinconie jedi-napulitane. Ma e' l'intraprendente Darla, durante una partita a Trivial pursuit, a scoprire che i droidi conoscono il luogo dove è custodita la mitica spada di Anakin. Darla lo racconta a Frank che non allibisce, ma fa una faccia strana, a strisce rosse e nere.

Tutto piglia una nuova piega quando dopo la merenda a base di kit-mangiatutto, Frank attacca Luke e lo ferisce gravemente. Frank e' in realtà Jeb Sith, demolisce il millennium Falcon e scappa con Darla in ostaggio. Han si incazza: non aveva rinnovato la polizza. Si viene a capire che i sith cercano la spada di Anakin per iniziare una santa rivolta usandola come reliquia (equazione Darth Wader e padre pio: teribbbile). Luke, ormai in fin di vita, incontra lo spirito di Yoda che gli spiega quanto è stato fesso a starsene al fresco per anni quando ci sono pianeti con spiagge bellissime, ragazze in bikini e litri di daiquiri. Il vecchio maestro gli concede un bonus vita - da qui il titolo il Risveglione della forza - ma dovrà fare tutto entro la mezzanotte o si trasformerà in una zucca alla vigilia della sagra dei tortelli...brrr.

Luke si sveglia, ripara il Millennium con la sua super forza in una sequenza di moviola che ci riporta ai fasti del Processo del lunedì. Gli amici e i fratellini Skywalker partono alla caccia dei sith: prima fermata prevista, il pianeta Scaldino dove Anakin ci ha lasciato lo zampino. Han guida come un folle, attraversa un buco nero, il casello di Capriate San Gervasio e la legislatura di Mario Monty, arrivando in contemporanea con i quattro sith dell'apocalisse. Botte da orbi. Ci lascia le penne Jus Sith, il quarto sith, batterista simpatico ma poco significativo. Darla viene liberata da un intrepido Chewbecca che stordisce Jeb Sith usando C3pio come clava. Ma la ricerca della spada pare vana. Può essere che abbia fatto la fine del mitico naso della sfinge, sottratto da un commercialista di Cincischiello Balsamo e ora in bellavista nel suo tinello? 

Mentre Leia fa shopping con Darla lungo un corso di lava e lapilli si imbattono in un chiosco della Pro loco e tra le attrazioni consigliate, udite, udite, c'è proprio la spada nella roccia. Originale eh? Diavolo di un J.J. Abrams... Un blocco di lava che contiene una mano che stringe una light saber. Leia chiede quanto costa, però il signor Merlino tergiversa. E fa male perché Jody sith - anche se con sette mani sulle otto originali - lo affetta fino fino fino come un gran biscotto, agguanta la roccia, fa un murales di Matisse in segno di sfregio e scappa via.

Darla, che durante la prigionia aveva sbirciato il calendario appeso alla parete dell'astronave sith, sa bene dove è diretto: al Gran convegno di fantarcheologia su Brugolandia. In realtà si tratta di un'assemblea dei sith pronti a lanciare la rivolta in tutta la galassia, meno la Svizzera ovviamente.
Altra corsa sul Millennium Falcon che all'improvviso viene attaccato da Jeb sith lasciato in perfida retroguardia con un'orda di minidischi vegani a forma cranio di Bobafett. Luke, che viaggia in business class su un biposto con R2D2, ne stermina un paio di ondate, ma sono veramente tanti. Allora fanno il gioco degli anelli di Saturno tuffandosi contromano nell'orbita di un pianeta gigante appena fuori dal casello della superstrada galattica. Urti, tamponamenti e constatazioni amichevoli non si contano. Jeb sith capisce che si mette male e plana su un asteroide ed evoca lo spirito del grande sith - misterioso figuro inquadrato tutto in ombra - per un attacco gravitazionale che schiaccerà Luke sul pianeta. Un'energia tremenda si mette in moto e pare non vi sia scampo, ma Jeb Sith vede apparire Darla, allibisce e abbassa guardia per un attimo fatale: Han Solo e Chewbecca lo folgorano, Leia lo trita, Lindo lo sputazza, R2D2 lo sminuzza, C3pio lo impiatta con fave e Chianti. Luke e' salvo ma preoccupato per l'incipiente calvizie, non vorrebbe fare la fine del padre. 

Su Brugolandia intanto Jody sith consegna la preziosa spada di Darth a Justin sith che la chiude in un prezioso cofanetto Sperlari in attesa della rivelazione in Galaxtovisione. L'auditorium - curiosamente simile a un Big Kahuna burger - che si sta riempiendo di presunti professori di storia della jederia, tutti passati indenni ai controlli delle guardie e dei body scan. Nessuno ha notato che i sette milioni di convenuti avevano in tasca un ovetto kinder (pubblicità canaglia!) contenente un mattoncino da un centimetro. Justin sith se la ride, il piano sta per riuscire: in un colpo solo dichiarerà la rinascita dell'impero sventolando la spada di Darth e avrà a disposizione una formidabile macchina di morte. I mattoncini infatti attivati con l'accensione della light saber andranno a combaciare uno con l'altro fino a costituire una Morte nera doc in scala 1:25. Se pensate che sia una trovata per proiettare le vendite dei Lego dove nessun fatturato e' mai stato prima...ci avete azzeccato.

Ma ecco che arrivano i nostri: atterrano dritti sul tetto dell'auditorium saltando il passaggio in dogana e i pedaggio del parcheggio, picchiano e spingono la carrozzella con un Luke semi bollito per lo sforzo nell'impiego della forza. Anche Han ha il fiatone, mentre Sora Leia mena di brutto grazie ad uno stile di vita salutare e al fatto che si è risparmiata anni di lavaggio dei calzini dell'ex. Darla, Lindo e i droidi stanno in retroguardia e cercando una via più spedita e meno cruenta passano per le cucine, travestiti da apprendisti chef. Ma C3bio fallisce miseramente la seconda prova sull'insalata matematica all'olio di Jabba: gli infiltrati sono così presi, impacchettati e portati al cospetto del master. Il marionettista cattivone si rivela infatti nella sua malefica persona: e' il grande Bastiansith, pronipote per gemmazione del calcagno del fu imperatore Palpatine. Dopo i convenevoli di rito e qualche avances ambigua Darla e al droide dorato, il cattivissimo se' ordina, nell'ordine, la crocifissione in sala mensa, una veloce sbollentatura, farcitura di rito con verdure di stagione e aromi di fortuna, quindi: buttate tutto nella psico pattumiera e ordinate una pizza integralista! I sith da cucina sono un po' perplessi e R2D2 sguscia via. 

Intanto il quartetto geriatrico jedi arranca tra stormi di troopers e psico trabocchetti che provano il già provato Luke: offerte sul wifi, petizioni ambientaliste, polizze vita. Mentre Leia, Chewbecca e Luke esaminano gli ologrammi dimostrativi di un interessante azienda idraulica che trasforma il box doccia in vasca da bagno, ecco la nuova aggressione. Di nuovo gli penzola addosso il temibile Jody sith che ruota quattro spade, spara con due fulminatori e firma autografi alle comparse morenti. È davvero il duro della situazione e il pubblico lo elegge allo status di supercool. Perciò quando si para davanti al pensionato con il gilet nero, non si sa bene per chi parteggiare. Il vecchio Han osserva i volteggi letali dell'avversario, strizza gli occhi cisposi, arriccia il naso e infine molla un potente starnuto con filo di moccio verde incorporato che investe in pieno il povero Jody. Per il sith e' la conclusione di una brillante carriera nell'oscurità del complotto maligno: piomba a terra colto da un tremito disordinato degli arti che scivola rapidamente nel rigor mortis. Han gli mostra il dito medio e pronuncia un calcistico: supercool!

In sala mensa lavori in corso, stanno innalzando delle croci pagane a forma di radice quadrata. R2D2 di soppiatto raggiunge il pulsante dell'antimateria - ne hanno sempre uno nei palazzetti di Brugolandia come misura antincendio, il fatto di disintegrare l'edificio e gli occupanti e' un problema secondario - e col suo braccino lo pigia. Peccato che i lavori li abbiano subappaltati ai soliti Kaminoani, famigerati per loro precisione. Così il bottone pigiato diventa antimateria e svanisce. R2D2 allora pigia una serie di tasti a caso: aziona l'aria incondizionata, lo spremicriceti, lo stira posters e il servizio call center "richiamami alla fine del mese che tanto non avrò soldi" della Oliphone. Poi schiaccia un pulsante tondo tipo "arresto ascensore" e da una parete casca un pannello decorativo della battaglia di Utapau che sembra un toast bruciato. Al contatto col pavimento si sbriciola rivelando...un jedi bell'e' pronto alla pugna. Il suo nome? Gordon Jedi, già liberatore delle Cucine oscure, caduto nelle grinfie di Bastiansith dopo uno scivolone di auditel. R2d2 gli spiega rapido la situazione mentre Gordon spadella e flambizza i servitori dei sith, gli associati in accomandita semplice e una comitiva del dopolavoro bavarese in viaggio premio.
A questo punto JJ Abrams si rende conto di aver aperto troppi canali narrativi per lo spettatore medio di Star Wars e decide che serve un bel colpo di di genio. Prende la gran sala convegni, la trasforma in astronave, la fa decollare parcheggiandola tra le nuvole di un tramonto fiammeggiante di raggi. Da una cupola spunta la sagoma nera di Justin sith che ha iniziato il conteggio degli ovetti necessari al completamento della sua Morte nera.

Intanto gli arredi interni sono profondamente cambiati: le porte scorrevoli hanno lasciato il passo a quelle girevoli, gli ascensori ai montascale. E nel traffico si perdono e si mescolano i gruppi: Luke cade dalla sua sedia lievitante e attraverso un condotto popolato dai pupazzi del Muppet show giunge in sala mensa. Qui le croci sono state apparecchiate, i droidi imbavagliati e l'acqua bolle nelle pentole per il gaudio di Bastiansith. Luke decide che è il momento di restituire il suo spirito alla forza: libera Darla e Gordon. E poi si immola su una portata di salmone scozzese con sfarzo di colonna sonora: epica a mille. La forza è libera qual piuma al vento e rinvigorisce il duo che non fugge, anzi contrattacca gli sgherri di Bastiansith, il quale è così poco preoccupato che da ordine di preparare una variante della Carbonara adatta ai palati dei vegani. Come al solito non ha fatto conto sull'arrivano i nostri: Han, Chewbecca e Leila hanno trovato la strada e lo accerchiano.
- Voi volete che io muoro? - domanda il terribile Bastiansith.
Risponde il terribile vecchietto Han: per me è un sì!
E tutti in coro gli sparano addosso. Quello usa la forza nera per difendersi, ma il flusso d'energia che gli fa da schermo rapidamente lo divora e viene risucchiato nel tubo dell'antimateria stappato da R2d2, proiettato in una dimensione alternativa per riassemblarsi sotto forma di fumo senziente nella foresta di un'isola tropicale. Non si capisce che posto sia, facciamo soltanto in tempo a scorgere la porta di un rifugio antiaereo con il simbolo Dharma e via, si stacca di nuovo in Star Wars.

E' il momento della mestizia quando comunicano ad Han e Leia che Luke ora "dorme con i pesci", come Luca Brasi (ma non era uno jedi). Qualche lacrima sul viso, ma infine si matura la decisione che è tempo del passaggio di consegne: saranno Darla e Gordon a guidare la riscossa dei forziani. E dopo aver affrontato un drago, il lupo Ezechiele, il fantasma del pirata Barbanera e la carica dei 101 cujo, guadagnano il livello cupola. Justin sith li attende con la serenità che contraddistingue i cattivi a un passo dalla disfatta.       
- Arrenditi! - gli intima il duetto degli eroi.
Ma lui fa spallucce: - E se vi dicessi che in tasca ho una nana nera?
- Lurido Pervertito! - esclama Darla.
- Ma no. La nana nera mi serve per mettere assieme i pezzi della Morte nera!!! E cosa avevi capito? Anche se mi ammazzate la nana nera attirerà i componenti meglio di Jeeg robot! 
Segue discorso di reclutamento con prospettive di avanzamenti di carriera e vantaggiose agevolazioni fiscali. Prospettive schifate dai nostri, ma non del tutto rigettate. Ecco che entra Lindo Carlissian: Ok, mi hai convinto: dove si firma?
Justin sith si distrae un attimo a cercare i moduli di adesione e la tessera sith, mentre sbuca un rapido R2D2 (da sempre l'eroe di tutta la saga: verificate quanti momenti cruciali risolve col suo cervellino di latta) e lo sbilancia con un marameo elettronico. Lindo solleva la nana nera - che essendo una stella collassata è piuttosto pesantina - usando la forza, la passa a Darla che crossa per Gordon che di testa insacca contro la cupola. Si spacca tutto e volano via nell'ordine: Justin sith con il cofanetto Sperlari della spada di Anakin, le tessere sith (numerate, beato chi le piglia), alcuni faldoni delle lettere di Moro, la formula della Coca Cola trovata nella piramide di Cheope e un'antica civiltà di licheni prosperata nell'umidità a bordo cupola. R2D2 si ancora con il suo rampino magnetico e il trio, facendo catena umana, si salva. E salva è pure la galassia tanto lontana, liberata dalla nuova minaccia sith. Ma è proprio così? Il partito jedi festeggia e si banchetta, come da tradizione, nella pizzeria Bella Napoli di Brugolandia. Han e Leia litigano sugli antipasti di mare, Lindo e Chewbecca disputano sulle rispettive "lunghezze", C3pio fa il numero della testa svitata imitato da R2d2. 
Darla è un po' pensierosa e Gordon se ne accorge: tutto bene?
- Sì, dice lei, mi è venuta una voglia improvvisa di...stufato di sabbipode. 
E intanto si tocca il ventre con aria perplessa e preoccupata come per contare i giorni andati e allibiti con il fu boyfriend sith.
Gordon ammicca verso il pubblico: A forza di Darla... 
Fine.

Ma ci sono i titoli di coda con musica. E chi si muove. Anzi tutti al posto in religioso silenzio. Come in attesa di qualche colpaccio: tipo un trailer, un teaser, un buono sconto sul cappellino firmato. Mentre scorrono i nomi che il solito saputone conosce a menadito e segue già tutti via twitter. La musica fanfaresca tace all'improvviso: lo schermo si fa nero e poi si popola di caratteri rossi incandescenti: Impero mon amour! dicembre 2017.
È finito. E' passato anche il The end dei titoli di coda. Si sentono singhiozzi in sala. Parte l'applauso: 27 minuti di fila con accenni di inno nazionale "Fratelli di Star wars, la forza si desta, dell'elmo di Wader si cinge la desta, dov'è la vittoria che schiava di Jabba un sith la rubò?". E si esce dal cine, mano nella mano col pensiero già fisso alla data fiammeggiante.

ps
Per inciso, sempre all'ingresso del cinema c'è stato anche piccolo fuori programma: in biglietteria distribuivano delle cartoline ricordo autografate dal parrucchiere di Lucas con ciocche riprodotte da stampanti din 3D. A un certo punto un tipo sbuca fuori dalla fila per fare il furbo, agitando un telecomando e strillando una roba tipo "All ha akba...". Ma non ha fatto in tempo a finire perché un cosplay di Chewbecca di due metri lo ha steso con un cartone, ragliando il suo disappunto. I bambini sith hanno fatto il resto.  

giovedì 26 novembre 2015

Star Wars 7 anteprima parte 1


Per la serie tormenti acuti alzi la mano chi non si è rotto del conto alla rovescia per il nuovo Star Wars. Ok, arriva, sta arrivando, mancano 20, 19, 13 giorni... Che ore sono? Intanto c'è in tivù c'è il trailer, sul web il finto spoiler, la prevendita della spada crociata, l'intervista muta al regista, la corsa della morte in biglietteria, la reunion degli elettricisti di episodio I, la pizzata già prenotata con gara di rutti ewoks...etc.etc. 
Ma il film? Come è? Grazie ad uno strappo offerto sul ciclomotore del dottor H. G. Wells, ecco allora la recensione in anteprima del film. Una primizia di ritorno da un prossimissimo futuro. 



Il settimo gingillo

Arrivo sull'obiettivo con due ore di anticipo, come un Capo Oro che cavalca le onde gravitazionali col muso del caccia ala X puntato dritto sulla Morte nera, alla quale peraltro ho già versato il tributo di una lauta prevendita. Dopo un primo assalto fallito a sportellate davanti all'ingresso del parcheggio, dirotto su un posto auto di fortuna, in zona...meglio dire nel sistema stellare Degobah perché attorno alla multisala sembra siano piovute auto. Auto piazzate sui marciapiedi, moto in mezzo alle aiuole, suv dentro i cestini porta rifiuti. Colto da panico, piazzo la mia utilitaria di fronte a una pizzeria d'asporto, lasciando il motore acceso e portiera spalancata per non destare sospetto. Quindi mi involo verso l'agognato cinema: manca mezz'ora all'ora X. 

In teoria non dovrebbe essere un problema, la multisala offre stasera soltanto Star Wars in sette sale. Su sette esistenti. Si può scegliere la versione 3D, Hd, senza glutine, con carne rossa a km zero, in bianco e noir per i d'essai d'antan, e per chi vuole tenersi in forma maxi-schermo con cuffie e tappetino per zumba. Esiste anche una visione vip nel privè sensurround rallegrati dai sofisticati manicaretti di Cracco e Gabbana: capesante scamosciate di Tatooine su letto di panpepato in borchie e crinoline, sushi in doppiopetto alla Gungan con salsa montgomery, tenere lingerie d'Organa in crosta d'aloe, spumante degassato Gran riserva Palpatine servito in ghiaccio di Hoth.

Con lingua formato sciarpa e scarpe arrostite nell'attrito della corsa, raggiungo l'atrio schivando i soliti birilli che fumano l'ultima sigaretta con accendini light saber. Ho già il biglietto in mano, assicurato al polso 15 giorni fa con una pratica catenella anti smarrimento e incapsulato in un contenitore ignifugo e idrorepellente, quando impatto nel tappo della coda. Eh già, perché anche se hai prenotato otto mesi prima stai in coda. L'hanno fatto tutti quanti! Un nanosecondo di click prima di te. E adesso ti stan tutti davanti. Cianciando e borbottando, sgranocchiando e bofonchiando citazioni per nascondere il fremito dell'eccitazione bambinesca. I più con capi firmati dal merchandising dell'ormai eptalogia lucasiana che, per diffusione e notorietà, può sfidare a occhi chiusi i marchi Prada, Google e Coca Cola. Puoi far finta di ammirare la solita famigliola tenerona che incarna Darth Wader e le sue truppe, però la coscia discinta della cavallona lungocrinita in tenuta da schiava di Jabba tiene sotto scacco la platea. Eh, sì ho messo la prima cosa che mi è capitata: un paio di tovaglioli al posto degli slip e via. Nonostante questo - come ha certificato Woody Allen - in fila c'è sempre qualcuno che ne sa una più di Lucas, Spielberg e Coppola e che con vocetta stridula arringa e argomenta facendo la classifica degli episodi, correggendo i riferimenti, lanciandosi nel solito paragone con l'Anello dei Nibelunghi e la Psicopatologia della vita quotidiana. 

Ma rispetto agli anni '70 abbiamo fatto passi avanti. I saccenti non sono stati eliminati, no. Anzi di Soloni pontificatori ne abbiamo parecchi in più. Ma possiamo contare sui guastatori naturali. Chi sono? Ma i casinisti. Una categoria che prima non si mischiava e restava nel suo brodo, che all'occorrenza veniva messa al suo posto con un'occhiataccia. Ora il tamarro caciarone - per dirla con la cattedratica sociologa De Filippi - è un'espressione della vitalità popolare, penultimo baluardo (dopo le Deficienze Artificiali Digitali) della spontaneità umana. Costoro vivono nella convinzione d'essere protagonisti sempre e comunque, in un mondo che gli scorre attorno come la classica giostrina dell'acchiappa la codina. Quindi se sono in coda da 5 secondi si lagnano, poi tirano fuori il cellulare con volume di suoneria buono per i Risvegli di Sacks e ricordano che devono per farsi il selfie davanti al cartellone cartonato, dopo lei è stanca (anche perché scarrozza una borsetta di Luigi Vittuone da 13 chili maniglie escluse) e ha sete avendo tracannato cinque bottigliette di Sciacquetta "plin plin". Lui in finta giacca di finta pelle, lampadato e muscolato sotto la maglietta della salute, ripete come un mantra "amo' 'spetta" e ogni tre per due starnutisce come un cammello, tanto forte che gli ondeggia pure il tatuaggio maori attorno al collo. In questi momenti mi domando perché le orecchie umane non siano state fornite di provvidenziali palpebre. C'è un evidente difetto di fabbricazione: quando richiameranno i modelli?   

A nulla vale il conforto delle musiche di John Williams in sottofondo, allietate dalle puffevoli coreografie dei Jargiano Beans project di Olgiate Olona. Il tormento è tutto mio e me lo godo fino alle porte della Sala Bosone di Higgins. Qui mi accoglie la maschera: una ragazzetta nerd con gli occhiali a montatura nera che sfoggia un pallore vegano e l'obliteratrice a forma di pistola di Han Solo.
- Può firmarmi la liberatoria?
- Scusi?
- Sì una firma qui: è per la clausola anticritica.
- Cioè?
La ragazzetta tira su gli zigomi come per dire "ecco il vecchio rimba": la clausola critica sul film... 
- Sarebbe a dire che quando io esco dal cinema e non posso dire a nessuno se ho visto un bel film o una cagata pazzesca?
- No, non la metta così, è una semplice forma di tutela dell'opera artistica.
- Oh! E la libertà d'espressione?
Ma immagino lei saprà quanto è stato investito per un film come questo - sorrisetto saputello - e quale giro d'affari può venire danneggiato da un parere espresso incautamente, magari per via di un momentaneo eccesso di zuccheri nel sangue. La clausola è un modo per evitare che dei commenti negativi possano rovinare un'impresa economica di portata globale. E' anche un modo per salvaguardare lo spettatore da conseguenze negative...
- Come un'assalto di avvocati ninja... Lei non è proprio una maschera, vero?
Tace e sorride.
- Ufficio legale?
Piega la testa e sorride.
Dietro di me esplode uno starnuto. Firmo rapido prima che le spore dell'ebola mi colgano in mortale abbraccio e sguscio nella penombra della sala. Neanche il sollievo di un gradino e urto il ginocchio contro un essere metallico che mi cigola e mi fischia insulti cattivi. Biascico un "mi scusi commendatore" e tento di guadagnare il posto numerato muovendomi su un tappeto di pop corn sbalzati dalle taniche formato carestia biblica che i primi previdentissimi spettatori si sono assicurati. Ovviamente sono esemplari numerati e da collezione che si pagano in litri di sangue. 

Imbrocco la corsia, mi tuffo in poltrona, posizione centrale dominante e contemplo lo schermo bianco con rinnovata calma zen. Finchè...
- Signore, scusi...- una donna in paltò verde ramarro e borsetta a fiori capeggia un quintetto completato da quattro giovani sith con facce diaboliche, tutti non più alti di un metro: i cugini oscuri dei sette nani. 
- Dica?
- Scusi sa, ma io e i miei ragazzi se possibile, sa, ma non è che potrebbe scalare di quattro posti?
- Io...Dovrei muovermi di quattro posti???
- E' che non siamo riusciti a prendere tutti i biglietti in fila...e ai ragazzi farebbe piacere stare tutti insieme. 
Certo che non ci siete riusciti, mi dico, sono arrivato io per primo. Ma la signora mi fa il sorriso dolce dolce come la torta di mele di nonna Abelarda, come per dire "non ci offendiamo se dice di no, ma se dice di no è proprio una carogna d'avvoltoio rinsecchita". Il mio cervello da 8 bit calcola rapidamente: potrei ingaggiare battaglia, girare il collo alla vecchia, strappare una spada al primo sith, scalciare il secondo e poi vedermela a fendenti laser e strangolamenti a base di "forza" con gli ultimi due. Oppure potrei piangere e fare la scena del malato terminale che ha tre orette di vita (più pubblicità ed eventuale trailer dopo i titoli di coda) e non può perdersi la magnificenza dello spettacolo su una poltrona laterale. Alla fine è lo "sforzo" delle Balle spaziali ad avere la meglio: l'energia necessaria per le messinscene guasterebbe la visione del film e quindi si capitola. Rotolo mesto nel mio poltroncino seguito dai perfidi "grazie" della signora e dalle risate telepatiche dei sith.

Adesso basta. Mi butto giù a sacco di kiwi esalando un sospiro lamentoso, sperando in un rapido inizio o in una grazia sulla durata degli spot ante film. Mi riscuotono un fischio e un frullo: accanto a me c'è R2D2. Aspira pop corn e coca cola alternando ciribiri e ciripao elettronici. 
Non c'è pace tra le stelle, figuriamoci qui.

domenica 1 novembre 2015

La grande beffa di Expo



Ora che è finito, ora che i cancelli sono stati lucchettati, che le autorità hanno terminato i discorsi d'occasione, che  comici del weekend han finito gli sputtanamenti di rito e, soprattutto, che la stretta vulcaniana dei controlli sui media si è allentata, possiamo dirlo: Expo 2015 non c'è mai stato!
 
Signorsì, la grande kermesse meneghina (che poi era ben oltre i confini di Milano e già qui si doveva sospettare qualcosa) dedicata al cibo e all'energia per la vita non si è mai svolta, è stata tutta un grande bluff, nient'altro che un'illusione collettiva orchestrata dai ben noti poteri occultati. Niente caffè del Burkina Faso. Nessuna lasagna kazaka. Lo speck del Belize? Chi l'ha mai gustato?

Le prove sono molteplici e inchiodano l'organizzazione - solito paravento per le manovre dell'oligarchia bancaria alleata all'impero rettiliano - alle sue crude responsabilità. Triste dirlo, ma neppure le forze della manipolazione brillano per efficienza. L'evento Expo, che doveva essere la testa di ponte per una svolta in senso alieno nel governo dei fatti terrestri, in realtà ha messo in crisi le pur soverchianti potenze parassitarie d'invasione.

Da documenti esclusivi, ottenuti tramite lettura della mente dei principali capi di stato durante una seduta medianica al bar degli alpini, possiamo affermare con certezza le cause del flop che hanno generato la colossale truffa. Tutto infatti deve ricollegarsi al bando di gara interstellare sulle scie chimiche, preludio dell'operazione Expo. La grande rete di suggestione e disorientamento, per via delle norme sulla trasparenza nelle interferenze sullo sviluppo delle civiltà galattiche minori, era stata estesa alla sfera pandimensionale del libero mercato.

Grave errore, perché con la storia del massimo ribasso di energia prionica, l'appalto se lo pappò la cordata della Filibusta di Aldebaran che immantinente subappaltò alla stazione di Proxima Centauri come sistema logistico più immediato. Cosa logica se non fosse già più che certificata l'inettitudine dei Proximani. E tra l'altro proprio sul campo di prova della Terra! Potrebbero testimoniarlo gli atlantidei con il loro più famoso concittadino Noè, se non fossero affogati tutti a causa di una pessima regolazione nei rubinetti atmosferici. Fu in quei giorni che nacque il detto: piove sul bagnato.

Attorno alla data astrale del gennaio 2015 i migliori computer delle tabaccherie dell'impero klingon concordarono che i Proximani avrebbero sforato i tempi di consegna dei neuroconvertitori per gli homo insipiens. La minaccia di penali però non poteva essere esercitata: i subappaltanti erano tutti regolarmente in viaggio sui loro cargo spaziali. Peccato che a velocità sub-luce avrebbero impiegato qualche millennio per onorare la commessa. Quando giungeranno a destinazione probabilmente la forma più sviluppata del pianeta sarà il tofu.
        
Scosso da un fremito di panico al tamarindo, il costrutto del complotto corse ad un pronto rimedio, noto fin dai tempi dei primi faraoni, quelli con l'insana passione per i manufatti piramidali: lo Sgargabonzi! Una formula di appropriazione del pensiero cosciente per scopi privati, o meglio un bug nella configurazione del pensiero umano che consente di deflettere la forza di volontà per far compiere al soggetto le più grandi idiozie nella scala dell'autodistruzione. E il piano d'emergenza venne dispiegato nell'arco di una notte. 

Expo in sostanza è una grande area recintata, chiusa agli sguardi indiscreti per ovvi motivi di sicurezza e lecito guadagno, ma dentro non c'è nulla!!! L'unica cosa montata sono l'albero della vita - un placo di legno che ovviamente sporge sopra i cancelli, anche se sarà alto tre metri scarsi senza tacchi - e le biglietterie con transenne. Tutto qui! Il grande Expo universale (ahahahahah!) era ed è nudo come l'imperatore della favola: ammantato di invisibili vestiti e pertanto con le chiappe al vento.

E allora i 21 milioni di visitatori da tutto il mondo, arcipelaghi compresi? Le tonnellate di servizi tivù, web, radio e rotocalchi della miglior patineria? I selfie, i post e le twittate? Tutto autenticamente fasullo miei cari. E senza spendere un euro in controinformazione. Perché una volta entrati, posti dinnanzi all'horror vacui, i visitatori sono stati puntualmente rapiti dalla notoria sindrome di Pinocchio che, non volendo passare per fesso e bastonato, si inventava la bugia spingendola il più possibile nel perimetro del plausibile. 

Ma naturalmente la civiltà mediatica umana moltiplica il potenziale pinocchiamento e trasforma l'intero processo in un moltiplicatore che viene definito di volta in volta "moda", "happening", "evento epocale" e spinge la massa all'autolesionismo della stanzialità in coda pur di poter affermare: io c'ero. Perché il dilemma esistenziale tra l'essere e l'avere, è stato superato dalla necessità di "esserci stato", con annesso certificato fotografico da consegnare ai post (sui social).    
Ovvio che per montare la montatura ai danni del prossimo si è messa in moto una gioiosa macchina dello sfottimento. Grafici e designer si sono sbizzarriti in foto e video montaggi di cose mai viste. Giornalisti, politici e scrittori hanno magnificato e criticato aspetti inesistenti del grande evento riuscendo a polemizzare dentro e fuori...i limiti della querela. I passaparola, i consigli della suocera, i commenti al bar si sono sprecati e sperticati pur di calamitare nel gorgo della fregatura il più cospicuo numero di complici. 
E a chi mi chiede con fare saputello: e l'indotto? Le mazzette? Gli occupati? Quelli ci sono stati eccome. Lo Sgargabonzi prevede enormi spostamenti di masse umane, giri di quattrini superiori al fantastiliardo e soprattutto tanti conti da pagare. Come la nostra modernità riesca a produrre debito dal nulla è un mistero che sovrasta la genesi della materia oscura nell'universo.

"Però io i padiglioni li ho visti", frignerà qualcuno che non si vuole dare per vinto all'evidenza del comportamento auto ipnotico. Ebbene sappiate che buona parte dei mirabolanti padiglioni, zeppi di gustose meraviglie al cacao dai quattro cantoni del pianeta non sono altro che dei diorami in scala 1/72, tutti realizzati dal gruppo facebook Soldatini Atlantic & co, impiegando resti di presepi e normale materiale di risulta del mercato della frutta.

Dopo questo scacco matto ai facili scetticismi di ogni età debbo rivelarvi che la verità ha un prezzo amaro. Specie per chi vi scrive. Infatti il nemico mi ha intercettato prima dell'agente Fox Mulder e le forze del nuovo ordine prossimo sventurato mi hanno momentaneamente sopraffatto. Sono stato legato, imbavagliato, imprigionato in una località nascosta. Probabilmente una succursale dell'Area 51 nei pressi di Fizzonasco. Questo a giudicare dal gorgogliare continuo in sottofondo dello spot del Mercatone dell'Arredamento. Fortunatamente il mio piede sinistro e libero di digitare su un Commodore Vic 20 lasciato incautamente acceso dai miei carcerieri (sono degli sfegatati giocatori di Rat race, cosa che deve avere necessariamente un secondo significato simbolico criptato, ma non ho la Kabbalah sotto mano). Posso così aggiornarvi in tempo reale sugli sviluppi della mia indagine multilivello. State certi che la grande beffa di Expo 2015 continuerà a far parlare di sé.

Saluti dal vostr....


Nella foto Fansa (Doc Ouamandè): il vero volto dell'Albero della vita