Se i risvegli non sono troppo bruschi, se a destarci non è la fame o il dolore possiamo sperare di rimanere ancora imbevuti del tepore onirico, un manto protettivo che ci custodisce dalle intemperie della mattina. Un impermeabile immacolato eppure leggerissimo, destinato comunque a dissolversi sotto i progressivi colpi delle incombenze e degli accidenti.
Mentre il sangue ritorna in circolo mescolando gli umori già polarizzati verso gli obiettivi primari e secondari (la sopravvivenza e l’affermazione sociale e del sè) lentamente svanisce la sensazione d’appartenenza a un altro mondo. Un mondo dove la regola sta in una delle nostre tasche, benchè si circoli nudi o in livree dai mille pertugi di stoffe e merletti. Non pochi alimentano la segreta convizione che quel “tesoro”, sia formula magica oppure oggetto prodigioso, esista anche nella cosiddettà realtà, la vita da svegli. Anche per questo alcuni lottano strenuamente e trascinano altri con sè nel tentativo disperato di costruire, di plasmare il reale a modello di un sogno. Guerre e imperi che ingombrano i libri di storia stanno a testimoniare queste imprese, peraltro destinate al fallimento. Il potere temporale non ha che singole pulsioni e come tale è inadatto a edificare un reame che si nutre più di materiale immaginario che di sangue, oro e mattoni.
Il sogno è il segreto dialogo tra cuore e mente: non lasciate che uno dei due bruci.
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