mercoledì 27 luglio 2011

Vivere e morire... creativamente




1. La selezione segreta

Senza fiato. Urlo, ma non mi sento. Sono sordo alle mie stesse grida, una terribile sensazione di distacco che genera altro furore. Poi mi concentro e riesco almeno a percepire la vibrazione, non il suono. Ed è positivo. La mia voce spaventosa li tiene lontani, ma ancora per poco. Devo radunare le forze e mettere assieme uno straccio di tattica per farla finita con gli assalitori. Fuori si è fatto buio, la terra è coperta da una cenere bianca, forse erba morta e sbriciolata.
Al centro della scena, illuminato come da un occhio di bue sospeso in cielo c'è una buca scavata a forma di vasca e il mio avversario mi attende beffardo come se fosse a mollo, leggendo il giornale e lanciandomi occhiate di sfida. Il dolore alla schiena si estende, nessuno osa toccarmi, avverto il peso della lama.
Non sembra un pugnale, pare una sciabola. Il bruciore è insopportabile,ma levarla non è pensabile, morirei dissanguato. Serve un ultimo sforzo. So che ai lati della porta attendono due nemici.
Flash del passato interferiscono con i miei pensieri. La sfida nella foresta: decine di giovani che corrono incerti negli stivali alti sotto il ginocchio, si distribuiscono fendenti e intanto scrutano ed esplorano con le lame ogni pertugio.

Ma ora ricordo, tutto era cominciato al party. Dopo la riunione con i colleghi vado nei bagni - non capisco se dell'ufficio o di un albergo - ma sono sporchi, c'è acqua dappertutto e io non voglio rischiare di sporcarmi. Torno fuori all'ascensore. Ci sono tre entrate, una per lato. In attesa un gruppo di personaggi importanti, li sbircio: sono ben vestiti fanno discorsi di chi sa. Quando arriva l'ascensore io mi infilo nella porta più stretta e guarda a caso arrivo al party.

Faccio colpo su una bionda slavata - conduttrice di noti programmi tivù - che sorride mostrando le gengive e finge di non essere al centro dell'attenzione generale. Le racconto di un ipotetico attentato imminente e pare divertita dall'idea di diventare un potenziale bersaglio. Ad ogni gruppo racconto una storia diversa che viene accolta con sorrisi e risatine, ma lo faccio con moderazione, senza strafare, aspettando il mio turno. Ho capito che non è semplicemente una festa, c'è in gioco qualcosa.

Distribuiscono una tavoletta di cioccolato finissimo, io lo divido con la gente al tavolo. Poi mi alzo e individuo una signora in un ricco vestito gommato di raso rosso e a fianco un nano nero. Una regina sotto mentite spoglie: offro a loro gli ultimi pezzi di cioccolato. E fatta, il re e la regina della festa segretamente agghindati, hanno ricevuto il loro omaggio.

Posso entrare a "corte". Sarò un creativo, un autore di programmi: è il premio e forse la mia condanna.

E così il mio successo è assicurato. Non devi preoccupati delle idee, mi spiegano dalla gilda dei creativi, delle invenzioni narrative ne abbiamo a iosa, uno processo fornisce le combinazioni adeguate - e si riferiscono al caos nella sala del party - e ci sono metodi per ravvivare l'immaginazione e mi allungano anche un dizionario di temi e personaggi.

foto da Una vita difficile di Dino Risi

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