lunedì 2 febbraio 2015

Oui, bien sur

È una di quelle attività extra scolastiche che sconvolge la routine delle mattinate in classe e che fa sentire gli studenti "più grandi". Siamo liceali, radunati in due sale teatrali gemelle. In quella di destra la conferenza, nella sinistra il concerto gospel. Credo che il tema sia religioso e che i relatori  portino testimonianze di vita difficile e fede, magari con un pizzico di shoa. Tra i relatori un rabbino con il cappello a bombetta e un elegante Mlk (Martin Luther King) con tutto il magnetismo del predicatore evangelico.

Mi pare che la discussione sia molto pacata, tanto da non approdare a nulla oltre i convenevoli. Nell'altra sala attaccano i canti, un repertorio gospel che però si tuffa in un noto brano rythm and blues. Anche io mi metto a cantare, pur non conoscendo bene il testo. Passa un galoppino nero di Mlk, tutto impettito e sorridente che invita tutti a battere le mani a tempo, offrendo degli opuscoli pubblicitari. Che diavolo vuole di più? Io sta già cantando. Invece quando mi passa vicino fa un cenno della testa e poi scende la scalinata della platea. Neanche l'opuscolo mi ha dato. Magari ha pensato che ero già uno dei loro, invece quel testo potrebbe essermi utile per scrivere la relazione scolastica. Mi accorgo allora che il galoppino nero sta trascinando via con il piede destro la mia sciarpa. E si', siamo vestiti pesanti, io ho un maglione spesso ed un impermeabile lungo. Mi alzo e lo inseguo, ma in quel momento la seduta viene sciolta.

L'assemblea si disperde. Incrocio il secchione di classe n.3 e gli chiedo dell'opuscolo ma mi dice che non è niente. Naturalmente non mi fido finché non scopro che si tratta di un banale quaderno con pagine bianche. Ne raccatto comunque una copia calpestata e abbandonata. Il grosso degli studenti si è già dileguato. Scopro che siamo in una sorta di villa del 700 con affreschi e stucchi d'oro. Grandi scaloni ci portano nell'interrato, un magazzino semi vuoto che si apre su un cortile recintato a bordo mare. O è un lago? In un praticello che appartiene ad una proprietà confinante due braccianti o marinai si rilassando seduti su un piccolo declivo vicino alla riva.

Io, il secchione n.3 e un terzo amico decidiamo di passare da una smagliatura della rete di recinzione. Mentre passiamo davanti ai due tizi quello scuro di pelle con la maglietta a righe e grossi bicipiti ci apostrofa. Parla in un francese stretto, un impasto di marsiglia e magreb che intendo a spizzichi. Mi limito ad annuire e dicendo ogni tanto "bien sur". Scopro che il suo socio regge un cannone del calibro di un sigaro. Hanno l'aria di due pescatori o marinai. Ci invitano a sedere lì accanto prima di guidarci fuori dalla proprietà. Il mio amico approfitta subito del passaggio rituale della canna con una bella aspirata che suscita risatine dei marinai, il secchione invece cerca di interloquire su altri temi sfoggiando il suo francese migliore ma senza risultati. Io declino il turno canna e mi siedo con voluttà sull'erba, dalla tasca infatti estraggo un romanzo dalla copertina verde. Non vedo l'ora di riprendere la lettura.

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