lunedì 1 giugno 2015

Exponte aereo



Alcuni seguidores di Club Zahir indignati lamentano una cantonata nella nostra previsione sui numeri di Expo. La quantità di visitatori denunciata in anteprima non collima con la cifra fornita dall'ammiraglio Pizarro Saltinpadella Sala. Da due milioni a due milioni e 700 mila, la forbice è ben larga. 

Ebbene l'inghippo è presto svelato: la mal digerita anticipazione della chef Julienne Assange è stata affrontata di petto dallo staff comunicazione di Expo che è corso trafelatamente ai ripari nel bar sotto l'uffici e dopo due robusti Negroni e una torta California maki, messi sul conto spese regionale, ha escogitato la soluzione. Un ponte aereo! Seicento Boeing Esselunga special carichi di aiuti umanitari da somministrare a qualche disperata massa di nullatenenti africani o estremorientali terremotati sono stati dirottati negli stabilimenti della Manciuria, svuotati dei generi di prima necessità, e poi ricaricati di migliaia di turnisti delle 22 - 5 (vorrà dire che la Cina avrà un sussulto del pil nella misura dello 0,0001 per cento). 

L'altra sera il grande convoglio aereo ha paracadutato gli operai cinesi su Expo, muniti di biglietti già vidimati. A parte 430 caduti nei canali e nelle vasche (le famiglie saranno indennizzate con biglietti omaggio e il bel calendario dei ministri del Pd) ben settecentomila hanno centrato l'obiettivo. Alcuni sfondando coperture e vetrate minori, altri adagiandosi sui coni delle gelaterie mobili e dj set. Gli sfortunati parà rimasti appesi all'albero della vita, scambiati per una performance di danza verticale e quindi molto applauditi e taggati, sono stati lasciati lì fino alla mattina. Fu più compassionevole il tenente colonnello Vandevoort del 505 ne Il giorno più lungo. Ma Expo è implacabile: eresia di una vita, nitrire per la pineta.
 

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