martedì 2 giugno 2015

Per la via, 2015


La scena si svolge su 50 metri di strada. Lui e lei in rotta di collisione sul marciapiede. Avranno vent’anni scarsi e sotto il sole del primo pomeriggio sembrano ancora più giovincelli. 


Lui biondo e bianco latteo, con un paio di calzoncini corti neri ma non attillati. Ancora troppo imberbe per coltivare la peluria dell’hipster, però già indirizzato in tal senso, vista la scelta di tenere la zazzera a fungo. La magliettina rivela un corpo massiccio non ancora appesantito da eccessivi accumuli di grassi. 


Lei indossa una camicetta avorio e un paio di pantaloncini bianchi che fanno volume nelle regioni basse. Ha una bella frangia di capelli castana che il poco vento di giornata stuzzica attirando sguardi. Una figura gentile e occhialuta con un bel passo morbido e spedito, da godere anche senza le scoperture di ancheggiamenti ammiccanti. 


Si avvicinano e non si vedono: il capo chino a consultare i rispettivi smartphone. Persi nei giga e nei mega di mille suggestioni lontane, nelle chat e nei post di amici immateriali. Sembra una candid camera da riproporre a ripetizione sul web. Finiranno per scontrarsi? Si accettano scommesse. I pochi spettatori fisici trattengono il fiato e si irrigidiscono nell’attesa. La risata registrata pronta a scattare. 


Ma lo schianto è sviato. Un silenzioso radar interiore, come una app mentale, avvisa i due giovani naviganti urbani che si sfiorano ampiamente e proseguono la marcia tranquilli, indifferenti. E si rituffano negli schermi dei cellulari. 


Delusione. Oh, ai miei tempi…si sarebbero mangiati…lui non le avrebbe dato tregua…lei lo avrebbe tenuto al guinzaglio. Oggi…oggi solo telefonini. Abbiamo forse assistito alla celebrazione del declino dell’occidente? O ad un mesto rimbambimento tecnologico? Una gioventù che si ignora è forse l’anticamera dell’estinzione di un popolo?


Ma si ignorano davvero? Ecco che il giovane ha un guizzo di spalle, la testa ruota come in cerca di un assist invisibile e la direttrice dello sguardo finisce per calamitarsi alle forme che danzano dentro i calzoncini di lei. Ed è subito un bagliore di speranza.

 

Nessun commento:

Posta un commento