lunedì 15 ottobre 2012

Il ricordo giocabile: Amarcade


I ricordi cambiano nel corso del tempo e ogni volta che richiamiamo un fatto del passato lo modifichiamo. Il risultato dipende dalla strada che percorriamo per recuperarlo - l'emozione. la ragione, l'istinto - perché è come afferrare un oggetto tirando delle cordicelle, anche se siamo portati a pensare al ricordo come uno schedario o uno scrigno forse l'immagine più corretta è quella di un aquilone. Il ricordo in sè esiste, ma cambia a seconda dell'esposizione al vento e della forza e della costanza impiegate nella sua rievocazione.

Ciò che è accaduto quindi non è immutato e immodificabile, dal punto di vista soggettivo come da quello della cosiddetta pubblica opinione. Il ministero della Verità ideato da Orwell in "1984", l'istituto deputato alla conversione di ogni evento alla luce della convenienza di regime, non è una novità, ma un processo che la nostra mente e la nostra società compiono ogni giorno.

Immaginiamo allora un mondo semplificato che è sempre uguale a sè stesso perchè è limitato e i suoi confini sono spaziali quanto temporali.

Immaginiamo un mondo che può essere evocato con estrema facilità, in molte forme - formati - ma mantiene la sua coerenza interna, le sue leggi, le sue finalità

Immaginiamolo come il prodotto di una creazione che contiene le forme basilari dell'essere e dell'avere, le funzioni immediate del potere e del volere.

Immaginiamolo come un ricordo interattivo, che si ripresenta uguale e vi sfida a giocare sovrapponendo le emozioni lontane ai brividi della riscoperta.

Un ricordo = amarcord

Un videogioco = arcade

Ecco la genesi di AMARCADE

Provate a:



foto: The last bit by mr Kyl

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