Evangelion è una storia che si è assicurata una longevità nel popolato mondo degli anime, è entrata nel circolo dei cult, seguendo la regola aurea del "non detto". Il trucco sta nel creare un mondo nuovo, fantastico ma plausibile e non spiegare tutto, lasciando allo spettatore il compito di aggiungere nuovi tasselli.
E' quella che Umberto Eco chiamerebbe "opera aperta".
L'aspetto più interessante di Evangelion è che uno dei diversi livelli della trama ci invita a calarci in una sorta di lettura psicoanalitica dei caratteri dei personaggi. E nello scandagliare queste singolari personalità ho scoperto una corrispondenza con le figure chiave della ricerca freudiana.
Breve spiega:
Superego è la figura a cui si tende, il modello ideale, è il censore delle nostre paure, delle pulsioni devianti dalla retta via che conduce al traguardo-premio di un esistenza.
Es è il custode dei nostri bisogni primari, è colui che vuole essere al centro dell'attenzione, servito, coccolato riverito in ogni capriccio, è volontà allo stato puro.
L'Io è il mediatore tra questi due approcci alla realtà ed in definitiva è la risultanza che costituisce la nostra personalità.
Tre livelli della mente che corrispondono ai tre piloti del Nerv.
Rei
E' il primo giovane pilota di un Eva: è una ragazza senza passato e senza identità, apparentemente succube del freddo e autoritario padre di Shinji, pronta a gettare la propria vita come un abito vecchio pur di eseguire il suo compito. C'è però un legame intimo e non spiegato tra i due, tanto profondo che la ragazza pare voler incarnare con tutto il suo essere i desideri del suo ambiguo pigmalione: puro e travolgente come acqua che scorre, limpido e folle come la fiamma. Non credo ci sia forma più compiuta di Superego, ovviamente alla giapponese. Il dovere nella sua massima espressione: il dono totale di sè. Il compimento di un destino che è una manifestazione di fede, dallo spirito alla carne e viceversa.
Shinji
Il figlio del professor Ikari potrebbe sembrare simile a Rei nella sua fragilità, ma Shinji non è mercurio che prende la forma del contenitore imposto. Il suo spirito è un metallo prezioso ma ci sono dei limiti alla malleabilità e alle tensioni a cui può essere sottoposto. Certo per ottenere una sua reazione occorrerà tormentarlo ben bene, perché la sua specialità è ripiegarsi su sè stesso in una sorta di schizofrenia che sfiora l'autismo. Il suo senso di colpa lo tormenta: è stato abbandonato dal padre quando è morta sua madre. C'è un trauma irrisolto nella sua breve esistenza e cerca con le sue fragili forze di superarlo, ma è un cammino impervio. Shinji è sempre in bilico tra la ricerca di un amore grande che lo sappia abbracciare e accettare nella sua fragile totalità e la fuga totale dal dolore: l'autodistruzione. Appena abbassa la guardia rischia di cadere, proprio come l'Ego che lotta quotidianamente per forgiare la nostra personalità.
Asuka
Esuberante, spavalda, irrequieta. In poche parole padrona di sè, o almeno così dà a vedere. Asuka ha un solo comandamento: primeggiare, stare al centro dell'attenzione, essere indipendente, forte. Vuole che si riconosca il suo coraggio e che il Nerv la incoroni salvatrice dell'umanità. Ma la sua ambizione non trova rispondenza nell'Eva, non riesce più a realizzare la sintonia necessaria a portare a compimento le missioni. Questo perché gli Eva non sono automi, sono esseri viventi e l'imperativo di Asuka - anche lei bimba in cerca d'attenzione - non è in grado di creare azione in quanto sa cooperare. E si tratta di un rapporto che manca di mutualità per la ragione che l'Es non cede e non concede, essendo il nucleo ultimo dell'individualità.
Quando nell'anime si svela - mai del tutto chiaramente - l'obiettivo della Seele ossia il nuovo uomo, si espone una teoria più gnostica che scientifica: un nuovo stadio evolutivo dell'umanità, un essere perfetto perché somma le mancanze di tutti. Una combinazione di vuoti e di pieni che dovrebbe rendere l'umanità finalmente riconoscibile a se stessa. Niente più paura dell'altro, cancellati razzismo o odio, basta con le discriminazioni e anche con le gelosie. Il nuovo uomo abbatterà le barriere del terrore per inaugurare l'era della concordia. Ma la Seele ha ragione? Le nostre paure, le nostre mancanze ci appartengono, non sono difetti bensì mattoni dell'anima. E allora non c'è il rischio che in questo ambizioso processo purificatore di fusione non venga forgiato un essere superiore, ma più semplicemente il Nulla da cui veniamo e a cui inevitabilmente dovremo tornare? Evangelion nelle sue continue riscritture e aggiunte apocrife sembra ancora in cerca di una risposta da offrire ai suoi numerosi seguaci. E proprio per questo motivo si assicura un posto nelle opere di culto.
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