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Mentre i cavalieri iniziano a falciare per strada qualche viandante che si è attardato a recuperare fagotti e brocche, le trombe suonano finalmente l'allarme. Il vecchio re assiso al trono si riscuote: gli anni pesano sulle sue palpebre di ferro arruginito. Tiene lo scettro ornato di gemme stretto nella destra ossuta, ma non ha la forza di sollevarlo. Il capo delle guardie è in ginocchio davanti a lui, pronto a comunicare alle truppe la sua volontà. Ma il cenno viene dalla mano sinistra e quindi lascia campo libero al mago di corte. L'ombra al fianco del re si scioglie dal corpo e fluttua sul pavimento. Il comando è stato impartito. Il regno si rianima di colpo: gli arcieri scagliano qualche freccia per misurare la distanza del nemico. I guardiani si riprendono dal torpore e raddoppiano le frustate agli schiavi, quasi volessero completare l'opera in quei pochi istanti chiudendo ogni breccia all'impeto nemico.
* disegno di Sergio Toppi
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